Centrale Montemartini

Ammetto di non amare la “notte dei musei”…

Io amo andare quotidianamente nei musei,sopratutto in quelli della città dove vivo,proprio per conoscere meglio la storia del posto dove vivo (e non è che vivo a Brindisi…sto a ROMA!).

Diciamo che trovo assurdo fare 4 ore di fila per risparmiare 5 euro.

Il tempo si trova volendo…volendo.Questo è il problema 😉

Comunque sabato pomeriggio,da vera anticonformista (ahah)sono andata alla Centrale Montermartini di Roma (via Ostiense).Pagando l’esosa cifra di 4,50 euro -__-

A domani per le mie foto!Per ora la descrizione :

La Centrale Montemartini, sulla via ostiense è la più recente delle sedi espositive del sistema dei Musei in comune. Ospita circa 400 statue romane, già esposte ai Capitolini o recuperati dai ricchissimi depositi comunali, insieme a epigrafi e mosaici, in una straordinaria ambientazione di archeologia industriale.

La centrale termoelettrica Montemartini era stata inaugurata dalla giunta Nathan il 30 giugno 1912: era il primo impianto pubblico di produzione elettrica dell’allora “Azienda elettrica municipale” (oggi Acea). Fu intitolata a Giovanni Montemartini, teorico delle municipalizzazioni delle aziende di servizi di interesse pubblico e assessore al tecnologico, morto durante una seduta del consiglio comunale nel 1913.

L’azienda era situata appena fuori dalle mura e dal rione Testaccio, in un comprensorio in cui l’amministrazione comunale aveva individuato l’area di sviluppo industriale della città, per la vicinanza del Tevere, della ferrovia e dell’asse viario Ostiense.

Nella zona erano stati insediati nel 1910 i mercati generali e l’officina del gas (fin allora prodotto in un’officina situata nella zona in cui fu poi scavato il Circo massimo), ed erano attive aziende manifatturiere e laboratori artigiani.

Dopo mezzo secolo di attività l’impianto divenne obsoleto, e la produzione di energia elettrica fu definitivamente interrotta nel 1963. Seguirono più di vent’anni di decadenza degli immobili, smontaggio delle macchine e vari riusi degli ambienti, finché l’Acea non decise di restaurare il corpo centrale del complesso, comprendente fra l’altro la sala macchine e la sala caldaie, conservando e restaurando le strutture murarie e alcuni dei macchinari che vennero ricollocati in situ (una turbina a vapore del 1917, i grandi motori diesel, altri macchinari), destinandolo a spazio per servizi direzionali e culturali. L’intervento di recupero costituì un episodio di salvaguardia dell’archeologia industriale della città.

Storia 

Nel 1995 la galleria lapidaria e diversi settori del palazzo dei Conservatori nei Musei Capitolini in Campidoglio dovettero essere chiusi al pubblico, per permettere i lavori di ristrutturazione: le sculture furono esposte in alcuni ambienti dell’ex centrale elettrica Montemartini, inizialmente come sistemazione temporanea. Nel 2005, conclusi i lavori ai Musei Capitolini, molte sculture rimasero nella sede della centrale, che divenne sede museale permanente.

Collezione 

La maggior parte dei reperti sono costituiti da pezzi di acquisizione relativamente recente, provenendo dagli scavi portati avanti dopo l’Unità d’Italia, in particolare negli antichi horti romani. L’ordinamento espositivo mette in evidenza l’area di ritrovamento dei reperti e si articola in tre tematiche principali:

  • Roma repubblicana (la sfera religiosa e funeraria, l’introduzione del lusso nella sfera privata, la ritrattistica), nella “sala Colonne”;
  • il centro monumentale di Roma, nella “sala Macchine”;
  • i giardini, le residenze imperiali e le domus , nella “sala Caldaie”.

L’allestimento è caratterizzato dall’intreccio tra immagini di archeologia classica e di archeologia industriale, con i macchinari della centrale che fanno da sfondo alle sculture o viceversa, secondo i punti di osservazione all’interno della sala. Molto suggestiva la presenza quasi inquietante dei due giganteschi ed ormai silenziosi motori Diesel della centrale, ognuno dei quali è solidale ad un esagerato ed improbabile alternatore, tutti simboli di quel secolo che ha visto l’avvento della maggior parte delle più straordinarie tecnologie dell’era moderna.

Tra le statue, due copie romane del Pothos di Skopas.

Cantina tirolese

Venerdì sera il mio ragazzo mi ha fatto una sorpresa e mi ha portato a cena qua,dove volevamo andare da tempo 🙂

Adoro il Trentino e sopratutto il Sud Tirolo…sono sempre andata in vacanza in Val Gardena…Ortisei…Santa Cristina…una favola!Per la vista e per il palato!

Il ristorante è comunque “tirolese” e quindi di origine austriaca e non Sud-Tirolo/Trentino,però ho mangiato ugualmente benissimo e mi ha ricordato una cena (del mio compleanno credo)a Monaco di Baviera.

Personalmente reputo la cucina tirolese la più buona d’Italia (insieme a quella Romana).Non mi piacciono le cose pesanti quindi detesto la cucina del sud.Molto buona la cucina umbra,marchigiana e toscana ma quella tirolese/trentina è in assoluto la mia preferita.

Io ho preso :

Patate saltate con speck e cipolla e i classici gnocchetti austriaci con formaggio fuso e bacon

Il mio ragazzo invece un megapiatto con salsiccie,wurstel,patate,crauti e speck speciale *_*

Io come sempre ho preso il piatto più pesante -__-

Poi come dolce abbiamo preso una specie di crepes DIVINA con dentro crema al limone e frutti di bosco…TOP

(Ne ho presa anche una take away da portare ai miei a casa)

Molto carina l’atmosfera del posto..

Molto carino 🙂

Cocaaaa Cooola

Partiamo dal presupposto che a me non piace!

Il mio primo contatto con la Coca Cola avvenne nel 1997,in prima media più o meno!Ero in gita con la scuola al Colosseo e mia madre,per farmi sentire come gli altri bambini,mi diede da bere una lattina di Coca Cola light (diabete–>no sugar).

ORRORE!

La seconda volta la assaggiai nel 2007,mi obbligò il mio fidanzato di allora.

Niente.Schifo.

La bevvi per due settimane nel mio appartamento di Londra,in mancanza di altro diciamo (io tifo Sprite e Fanta!).Poi la dipendenza finì subito fortunatamente.

Niente non mi piace,non mi dice niente…la sento insapore,solo gas.Meglio così!

Ovviamente qualche giorno fa mi viene però il dubbio sulla sua storia d’origine…qualcosa sapevo ma non tutto tutto,e così wiki mi è venuta in soccorso!

La Coca-Cola (anche nota come Coke soprattutto negli Usa) è una bevanda industriale analcolica di tipo soft drink. Il suo colore scuro è dovuto al caramello presente in essa.

(Odio il caramello)

La bibita deve il suo nome al fatto che nella sua ricetta sono impiegati, tra le altre sostanze, estratti provenienti dalle noci di coca ed estratti dalle foglie della pianta di coca, questi ultimi privati delle sostanze psicotrope.

Con lo stesso nome viene spesso indicata anche la casa produttrice della bevanda: The Coca Cola company.

La “Coca-Cola” fu inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l’8 maggio 1886 ad Atlanta, inizialmente come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza. Il primo nome che venne dato alla bevanda fu “Pemberton’s French Wine Coca”. Quella di Pemberton era una variazione del cosiddetto “vino di coca” (o Vin Mariani), una miscela di vino e foglie di coa che aveva avuto largo successo in Europa quando era stata creata dal farmacista corso Angelo Mariani. L’alcol venne in seguito sostituito con un estratto delle noci di cola, una pianta tropicale reputata non dannosa per la salute. Dall’uso combinato dei due ingredienti principali, la coca e la cola, la bibita acquisì il nome attuale. Quando anche la coca venne bandita (dalla pianta si estrae infatti la cocaina), venne scartato l’alcaloide dagli estratti dalle foglie di coca, mentre la cola (in noci) continuò a essere utilizzata.

Nonostante la scoperta, Pemberton accumulò forti debiti e per 2.300 dollari vendette formula e diritti della Coca-Cola ad Asa Candler, uomo d’affari che aveva intuito il potenziale della bevanda e compreso l’importanza della pubblicità per diffonderla e per sbaragliare la concorrenza.

Dopo la quotazione in borsa dell’azienda nel 1919, la Coca-Cola cominciò la sua diffusione mondiale negli anni 20, trasformandosi in un ‘business’ di grandi dimensioni, gestito dalla The Coca-Cola Company con sede a Ny, e che comprende ulteriori bibite (meglio note col nome di bevande gassate) come la FANTA!!!, la SPRITE!!! e altre.

(yeahhh)

Nel 1927 la Coca-Cola viene importata anche in Italia. Nel 1960 comparve la prima Coca-Cola in lattina, mentre nel 1980 anche quella in bottiglia PET.

La bibita è disponibile nella maggioranza dei luoghi di ristorazione del mondo, ed è la bevanda per eccellenza nei FAST-FOOD.

Il marchio è stato più volte indicato da numerose ricerche come il più conosciuto al mondo. La maggior rivale della Coca-Cola è la Pepsi, ma ne esistono moltissime imitazioni.

La Coca-Cola vanta diversi luoghi legati interamente al marchio, tra i quali un museo ad Atlanta, sede della compagnia, e alcuni negozi di merchadising, i World of Coca-Cola di NY e Las Vegas.

La ricetta!

La ricetta è la seguente: fluido estratto da 3 dramme di Coca (11,67g), 3 once di acido citrico (93,3 g), 1 oncia di caffeina (31,1 g), 3 once di zucchero (93,3 g), 2.5 galloni di acqua (9,475 l), 2 pinte e un quarto di succo di lime (1,064 l), 1 oncia di vaniglia (31,1 g), 1.5 once (o di più) di caramello come colorante (46,65 g), aromi 7X (utilizzare 2 once di aromi (62,2 g) ogni 5 galloni di sciroppo (18,95 l)), 8 once di alcol (248,8 g), 20 gocce di olio d’arancia, 30 gocce di olio di limone, 10 gocce di olio di noce moscata, 5 gocce di coriandolo, 10 gocce di neroli e in fine 10 gocce di cannella.

Aromi!

Aroma denominato 7X (o anche merchandise #7, ossia aroma numero 7):

Estratti dalle foglie della pianta di coca, privati delle sostanze (alcaloidi) psicotrope. Le foglie della qualità Eritroxylum Novogranatense, coltivate legalmente in Perù, sono poi esportate in New Jersey, dove la Stephan Chemical Company, sotto l’egida dell’ente antinarcotici statunitense DEA, provvede a ottenere l’estratto aromatico decocainizzato, la cui produzione è interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company.

Il logo!

Coca-Cola logo.svg

Il celebre logo della Coca-Cola fu creato con scarsa attenzione nel 1886 dal contabile dell’azienda,Frank Mason Robinson, che fece solo alcuni piccoli ritocchi alla scritta, utilizzando come base il carattere Spencerian Script,che in quel tempo, negli Usa era fra i più comuni e utilizzati. Si lega a questo logo una leggenda metropolitana che si è diffusa piuttosto rapidamente nel mondo: sembra che osservando la scritta Coca-Cola allo specchio sia possibile interpretare l’immagine come una frase in lingua araba che recherebbe un messaggio contro la cultura islamica, “No a Maometto, No alla Mecca, no alle preghiere”. In realtà è improbabile che al momento della creazione di questo logo, quando ancora non esisteva la multinazionale The Coca Cola company e nessuno si sarebbe aspettato il successo a livello mondiale che la bevanda avrebbe riscosso, si pensasse di inserire un simile messaggio all’interno del celebre logo. Anche il Grand Mufti Sheik Nasser Farid Wassel importante figura religiosa egiziana, ha commentato questi fatti facendo notare come questo marchio fu scritto in caratteri latini e non arabici più di un secolo fa; è dunque una voce che ha soltanto danneggiato la multinazionale, con un forte calo delle vendite registrato in alcuni paesi islamici.

Per il 100º anniversario della Coca-Cola, nel 1986 è stato creato in Cile, sul fianco di una montagna, il più grande logo Coca-Cola del mondo. Sono state utilizzate circa 70 000 bottiglie di Coca-Cola e la scritta risulta di circa 30 per 120 metri.

Design del contenitore!

La Coca-Cola è famosa per i particolari contenitori che la rendono facilmente distinguibile rispetto alle altre confezioni di bevande analcoliche; in particolare, le frequenti variazioni promozionali nella decorazione delle lattine in presenza di eventi, come il Natale o eventi sponsorizzati dalla bevanda, hanno reso queste ultime oggetto di collezionismo. Le bottiglie contour, comparse nel 1916, hanno una forma particolare con marchio registrato,probabilmente ispirata alle curve anatomiche dell’attrice Mae West che indossava il particolare abito aderente detto hobble skirt.

Il design del prototipo è stato ideato nel 1915 da Earl R. Dean, della Root Glass Company di Terre Haute, indiana, che potrebbero essersi ispirati alla forma di un baccello di cacao.Il prototipo venne scartato perché inadatto alle macchine imbottigliatrici; tuttavia ispirò le forme della bottiglia definitiva che entrò in produzione nel 1916. Bottiglie similari, prima in vetro e poi in PET, sono state utilizzate anche dalla concorrente Pepsi, ma dalla forma significativamente diversa per non violare il copyright della The Coca-Cola Corporation.

Produzione

Le foglie della qualità Eritroxylum novogranatense, coltivate legalmente in Peru’, sono poi esportate in New Jersey, dove la Stepan Chemical Company, sotto l’egida della DEA, l’ente antinarcotici statunitense, provvede a ottenere l’estratto aromatico privo della componente allucinogena, la cui produzione è interamente acquistata dalla The Coca-Cola Company; si tratterebbe dell’aroma denominato “7X” (o anche merchandise #7, ossia “aroma numero 7”), su cui l’azienda ha sempre mantenuto il più stretto riserbo. Comunque sia, la ricetta completa (o anche solo una parte di essa) della Coca-Cola non è mai stata rivelata in modo ufficiale. È sicuramente cambiata più volte nel tempo, per allinearsi alle legislazioni nazionali dei vari paesi in cui viene prodotta e/o commercializzata; la formula viene quindi modificata in base al progresso di società e cultura, non esente da operazioni di COST SAVING, a partire dagli anni 90.

Composizione

La composizione viene indicata sull’etichetta della bevanda. Gli ingredienti sono elencati in ordine di peso, tuttavia la Coca Cola Company, come la maggior parte delle aziende alimentari, non ha reso pubbliche le proporzioni esatte degli ingredienti né la ricetta.

Critiche

La Coca-Cola è stata oggetto nel tempo di critiche di vario genere. Le principali hanno per oggetto danni alla salute, il mancato rispetto di norme igieniche nelle fasi produttive e comportamenti antisindacali in Colombia.

I critici della Coca Cola sono a volte accusati dall’azienda di muoversi da posizioni ideologiche secondo logiche anti-imperialistiche ed anti globalizzazione.

La Coca-Cola è stata accusata di provocare danni alla salute anche perché, fra i suoi ingredienti, figurano la caffeina ed elevate quantità di zucchero. A causa delle forti dosi di caffeina e di zuccheri semplici, è una bevanda eccitante e molto calorica. L’azienda si difende affermando che la quantità di zuccheri semplici che contiene il suo prodotto è paragonabile a quella di succhi di frutta o altre bevande estive.

Dopo diverse pressioni effettuate dall’associazione a tutela dei consumatori Center for Science in the Public Interest, che ha avviato una petizione rivolta alla Food and Drug Administration per vietare alcuni coloranti cancerogeni presenti nelle lattine di Coca-Cola, la società multinazionale ha deciso di cambiare ricetta (ma solo in California dove è stato denunciato il fatto).

La Coca-Cola contiene acido fosforico in una concentrazione di 325 mg/l che le conferisce un valore di pH di circa 2,4, compreso tra quello dell’acido gastrico (pH 1,5) e quello dell’aceto (pH 3,0); inoltre l’acido fosforico lega il il calcio,il magnesio e lo zinco nell’intestino diminuendone così il loro assorbimento; in particolare si rischia un’eccessiva perdita di calcio, in quanto vi è anche un’aumentata escrezione urinaria dovuta alle elevate dosi di zucchero presenti nella bevanda.Infine, si sospetta che la bevanda possa creare effetti di dipendenza, dubbio che la The Coca-Cola Company stessa non ha mai contribuito a sciogliere, avendo sempre mantenuto il riserbo sull’elenco degli ingredienti appellandosi al diritto di protezione del segreto industriale. Tra le motivazioni addotte dell’azienda, quella che gli ingredienti sono già per legge presenti in etichetta, anche se non è resa pubblica dal momento che la legge non lo richiede, l’esatta composizione delle sostanze aromatizzanti che vengono invece comprese sotto la generica indicazione di legge di “aromi naturali”.

Nel maggio 2006 lo stato della California ha accusato la The Coca-Cola Company di aver importato dal Messico e distribuito per almeno quattro anni bottiglie con alto contenuto di piombo nella vernice delle etichette.L’azienda ha respinto le accuse, a differenza della Pepsi che per un’accusa analoga risalente ad alcune settimane prima preferì pagare una multa da 2,25 milioni di dollari e ritirare dal mercato le confezioni sospette.

L’azienda che produce la coca cola è stata molto spesso accusata di aver recato ingenti danni ambientali.

Curiosità 

  • Lo slogan di una delle prime campagne Coca-Cola era La pausa che rinfresca; in Giappone dovette essere cambiato in Il momento che rinfresca poiché a Tokyo il concetto di pausa ha un valore negativo.
  • Il semplice sciroppo di Coca-Cola era venduto come medicinale nelle drogherie in tutti gli Usa e può ancora essere acquistato in alcune farmacie di Atlanta al prezzo di 1 dollaro per oncia.
  • Negli anni 60 i beatles accettarono di diventare testimonial della Coca-Cola; si giunse quasi a firmare un contratto per fargli cantare le pubblicità, ma il prezzo richiesto sembrò troppo alto e Woodruff (l’allora presidente della The Coca-Cola Company) mandò tutto a monte.
  • Dopo l’espressione americana “OK”, “Coca-Cola” è la parola più conosciuta nel mondo.
  • Alla 18ª edizione degli IG Nobel, l’annuale cerimonia dedicata alla scienza più bizzarra istituita nel mondo scientifico, tenuta dalla rivista “Annals of Improbable Research” presso l’Università statunitense di Harvard , il riconoscimento per la chimica 2008, consegnato da William Lipscomb (premio Nobel per la Chimica nel 1976) è andato a due gruppi di ricerca, il primo statunitense e l’altro di Taiwan, che hanno cercato di capire se la Coca-Cola fosse un efficace spermicida. Cosa singolare, nel mondo scientifico, i due gruppi hanno ottenuto e dimostrato risultati diametralmente opposti.
  • La bevanda è citata nella canzone Bollicine di Vasco Rossi.

Supplì

Da brava romana AMO i supplì,sopratutto quelli fatti in casa.

Tanti anni fa rimasi sorpresa per il fatto che molte mie amiche che non abitavano nel Lazio non li conoscessero ma qualche giorno fa rimasi ancora più sopresa nello scoprire l’origine del nome aka l’italianizzazione del termine francese SURPRISE!

I supplì sono rustica tipica della cucina romana e consistono in una polpetta allungata fatta di riso  bollito condito con sugo di carne e lasciato raffreddare, lavorato con uova crude, arrotolato con all’interno un dadino di mozzarella, passato nel pane grattuggiato e fritto in olio bollente. È molto simile alla ricetta dell’arancino di riso siciliano, dal quale però differisce per il fatto che all’interno il supplì è completamente di riso rosso – quindi al sugo di ragù- ed è sempre in forma schiacciata, mentre l’arancino siciliano si prepara in forme sempre differenti tra loro e con le più svariate farciture (anche senza sugo di pomodoro e il più delle volte con aggiunta di zafferano).

Nella ricetta originaria del supplì si inseriscono le rigaglie di pollo e al giorno d’oggi, semplicemente per una pura questione di gradimento del gusto e del sapore da parte dei consumatori, le rigaglie del pollo vengono sostituite dalla più semplice e comune carne macinata usata per preparare il normale ragù; semplicemente una polpetta di riso condito con sugo rosso di pomodoro senza piselli. Nel mezzo si inserisce un pezzetto di mozzarella. La panatura esterna è composta da pastella (acqua e farina) e pangrattato.Più fine è il pangrattato e meno possibilità ci sono che il sapore dell’olio si senta all’interno. Il supplì va fritto in olio bollente (180 gradi).Sul litorale romano, le friggitorie offrono con buon successo supplì realizzati con il risotto ai gamberetti o alla pescatora.

Il nome completo di questa tipica pietanza da rosticceria in realtà è Supplì al telefono, derivante dal fatto che per mangiarlo caldo, come è tradizione, andava aperto in due e la mozzarella filante creava un “filo” tra le due parti di riso facendolo sembrare, appunto, un telefono.

Sbav *_*

Primo Maggio-Labor day

Giusto ieri mi chiedevo a quanti paesi fosse estesa la festa dei lavoratori,il primo maggio.

Quando ero in uk mi ricordo di non averla festeggiata e di aver dovuto spiegare ai miei colleghi cosa fosse…

Ho scoperto quindi che viene festeggiata in:

-Italia-Francia-Germania-Austria-Belgio-Olanda-Albania

-Spagna-Grecia-Russia-Ucraina-Cina-Cile-Slovenia

-Svizzera-Messico-Romania-Brasile-Macedonia-Turchia

Sappiamo tutti di cosa si tratta….ma le origini?

La festa ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore .Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867 nell’Illinois.

L’origine della festa risale ad una MANIFESTAZIONE organizzata negli Usa dai Cavalieri del lavoro  a Ny il 5 settembre 1882. Due anni dopo, in un’analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all’Internazionale dei lavoratori – vicine ai movimenti socialisti ed anarchici – suggerirono come data della festività il primo maggio.

Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e conosciuti come rivolta di Haymarket. Il 3 maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all’ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò nuovamente sui manifestanti provocando numerose vittime, anche tra i suoi.

L’11 novembre del 1887 a Chicago (USA), quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati per aver organizzato il PRIMO MAGGIO dell’anno precedente lo sciopero e una manifestazione per le otto ore di lavoro.

Il 20 agosto fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte; Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte. Le ultime parole pronunciate furono: Spies: “Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!” Fischer: “Hoch die Anarchie! (Viva l’anarchia!)” Engel: “Urrà per l’anarchia!” Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare, perché il boia strinse immediatamente il laccio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: “Lasciate che si senta la voce del popolo!

L’allora presidente Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare questi episodi. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l’oggetto della festività sull’antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro. Pochi giorni dopo il sacrificio dei Martiri di Chicago, i lavoratori di Chicago tennero un’imponente manifestazione di lutto, a prova che le idee socialiste non erano affatto morte.

La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa.

In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, cominciava così l’articolo Pel primo Maggio: “Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento”.

Il 1° maggio 1955 papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici.

La Festa dei Lavoratori in Italia 

Appena si diffuse la notizia dell’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago, nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura. dove si diceva che si fosse rifugiato il console USA.

Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 ad Andria (indetta dalle classi operaie) che riprende la festa in sette quadri, e si può – così – vedere il corteo che percorre le strade affollate della Città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.

In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista – che preferì festeggiare la Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma- ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale,nel 1945.

Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA), quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.

Dal 1990 i sindacati confederali CGILCISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, organizzano un grande concerto, rivolto soprattutto ai giovani: si tiene in piazza San Giovanni, dal pomeriggio a notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguito da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmesso in diretta televisiva dalla Rai.

Non commento quest’ultima manifestazione che è meglio…

🙂