SUB

Oggi,alla Rinascente di piazza Fiume – Roma , ho pranzato per l’ennesima volta da PERFETTO

Uscendo dal ristorante ho letteralmente PERSO il mio ragazzo davanti a cotanta tecnologia

Tra le ultime mosse strategiche del gruppo Heineken Italia, c’è l’attivazione di un nuovo segmento di mercato consumer con il debutto, qualche giorno fa, di The Sub, la spillatrice ad uso casalingo presentata in anteprima mondiale in Italia alla Rinascente di Milano. The Sub è la nuova macchina per spillare la birra che interpreta un nuovo concetto di consumo domestico. The SUB di Heineken Italia è una vera e propria spina di birra da casa, nata dalla collaborazione tra Heineken, il rinomato designer Marc Newson e gli esperti di tecnologia di consumo Krups. THE SUB intercetta il desiderio crescente dei clienti di gustare una birra alla spina di qualità nella propria casa.

Insieme alla spina è stata presentata THE TORP, un nuovo fustino da due litri che completa il sistema di spillaggio permettendo di servire birre fresche e perfette. La Rinascente di Milano è il primo store dedicato alla vendita che partirà a dicembre prossimo, mentre è già in corso un sistema di priority line per preordinare la macchina con la possibilità di aggiudicarsi il Welcome Kit con gli accessori. A partire da gennaio sarà disponibile nella sezione di e-commerce http://www.the-sub.com . Roberto Giugliano, Group brand manager Heineken Italia, ha illustrato il piano di comunicazione a supporto di questo importante lancio. A partire da una massiccia presenza sul web non mancheranno soprattutto nel nuovo anno pianificazioni su tutti gli altri mezzi, tv a parte. Il piccolo schermo non rientra al momento delle strategie media definite per il prodotto. A novembre al via la pianificazione digitale e una maxi affissione mentre dicembre sarà la volta della stampa. E dal 2014 in concomitanza con l’inizio della distribuzione nazionale del prodotto, anche la comunicazione sarà diretta ad un target allargato. L’impianto strategico di comunicazione di tutta l’operazione è ovviamente di Publicis Italia che ha realizzato anche il video proiettato presso i punti vendita. Il media è a cura di Starcom Mediavest.
QUI potete vedere anche un video a riguardo.
Siete pronte donne a trasformare la vostra cucina shabby chic in un bel pub??!

Bari e la sua cattedrale nel deserto by Renzo Piano

Lo Stadio San Nicola è il maggiore impianto sportivo della città di Bari e della regione Puglia, nonché il 4º stadio più grande d’Italia.

Di proprietà del Comune di Bari è stato intitolato al patrono della città a seguito di un referendum popolare abbinato a La Gazzetta del Mezzogiorno (Azzurro, Mediterraneo, Del Levante e Degli Ulivi le alternative scartate).

Il 19 giugno 1984 la FIFA approvò la candidatura dell’ITALIA come paese ospitante per i mondiali di calcio 1990.

Tra le città candidate a divenire una delle 12 sedi che avrebbero ospitato la manifestazione vi era anche Bari, ma fu subito evidente che il vecchio Stadio della Vittoria, ormai cinquantenne, non fosse più adatto a ospitare una manifestazione di tale importanza. La candidatura di Lecce poi, con lo stadio Via del Mare rimesso a nuovo in occasione della prima promozione in Serie A della squadra salentina nel 1985, limitava ulteriormente le possibilità che la candidatura barese fosse accettata. Per permettere al capoluogo pugliese di avere la meglio si optò quindi per la costruzione di un nuovo impianto, la cui progettazione venne assegnata al famoso architetto genovese Renzo Piano (egli stesso diede al nuovo stadio il soprannome di Astronave, per la sua inconfondibile forma estetica moderna). Il progetto originale, presentato nel 1986, prevedeva uno stadio di calcio da 45.000 posti, tutti coperti, disposti su due anelli concentrici: l’anello inferiore all’interno di una collina artificiale creata appositamente, quello superiore costruito con l’impressione di essere sospeso nel vuoto. L’idea di suddividere la parte superiore del secondo anello in 26 “petali” fu pensata dall’architetto per motivi di sicurezza: ogni “petalo” dista infatti 8 metri dall’altro, ciò permette l’isolamento di gruppi di tifosi ospiti impedendo scontri tra tifoserie. Avveniristica l’idea di diffondere l’impianto d’illuminazione lungo tutto il perimetro della copertura, cosa che permette al San Nicola di essere l’unico stadio al mondo privo di ombre sul campo durante le partite in notturna. Su sollecitazione del CONI, che avrebbe voluto uno stadio adatto anche per altre discipline sportive, venne aggiunta al progetto la pista di atletica. Ciò ha portato inevitabilmente gli spalti, in particolare le curve, a una maggior distanza dal campo.

Interno dello Stadio San Nicola

La capienza dell’impianto passò quindi agli attuali 58.270 posti a sedere, tuttavia le file più vicine al terreno di gioco si trovano, di fatto, prive di copertura. L’edificazione dell’impianto avvenne ad opera del Consorzio Stadium, un’associazione temporanea composta dalla Salvatore Matarrese S.p.A. e da altre imprese edili locali, e durò poco più di 3 anni (dall’ottobre 1986 all’aprile 1990). Lo stadio venne inaugurato la sera di domenica 3 giugno 1990 dopo che il comune di Bari negò il permesso di disputarvi all’interno la finale di Mitropa Cup tra Bari e Genoa il 21 maggio. Per l’occasione venne disputato un incontro amichevole tra i padroni di casa del Bari e i campioni d’Europa del Milan, terminata 2-0 per i biancorossi con reti di Scarafoni e Monelli.

Italia ’90

Bari, assieme a Napoli, avrebbe ospitato la fase a gironi del Gruppo B, composto da Argentina, Camerun, Romania e URSS. La prima partita ufficiale fu disputata il pomeriggio di sabato 9 giugno 1990: un “derby” dell’est tra URSS e Romania vinto da questi ultimi con doppietta di Lăcătuş. In seguito vi si giocarono anche CamerunRomania (2-1) e CamerunURSS (0-4), prima partita ufficiale in notturna nell’astronave. L’ottavo di finale tra Cecoslovacchia e Costarica (4-1) e la finale per il terzo posto tra Italia e Inghilterra (2-1) furono gli ultimi atti del mondiale barese, per un totale di cinque incontri disputati.

L’astronave negli anni ’90: Coppa dei Campioni e Giochi del Mediterraneo

Il battesimo del San Nicola in campionato avvenne il 16 settembre 1990 con l’incontro BariTorino (2-1), 2ª giornata del campionato di Serie A 1990/91. A quasi un anno dalla sua inaugurazione, il 29 maggio 1991 l’astronave fu teatro di un altro importante evento calcistico internazionale: la finale della Coppa dei Campioni 1990-1991, vinta ai rigori dalla Stella Rossa di Belgrado sull’Olympique Marsiglia. Bari diventò così la terza città italiana, dopo Milano e Roma, ad aver ospitato l’ultimo atto della più importante competizione calcistica europea. L’11 novembre 1995, a cinque anni da Italia 90, il “San Nicola” tornò a ospitare la Nazionale. Nella sfida valida per le qualificazioni a Euro 96 gli azzurri batterono l’Ucraina per 3-1, rimontando un’autorete di Ferrara con due reti di Ravanelli e una di Maldini. Dal 13 al 26 giugno 1997 Bari ospitò i XIII Giochi del Mediterraneo, di cui il “San Nicola” fu l’impianto principale ospitando la cerimonia inaugurale, tutte le gare di atletica leggera (sfruttandone finalmente la pista d’atletica), alcune gare per disabili e la finale di calcio tra le nazionali Under 23 di Italia e Turchia (vinta dagli azzurri 5-1). Il 15 settembre 1998, a seguito della squalifica dello stadio Artemio Franchi di Firenze, l’impianto barese ha ospitato la partita tra Fiorentina e Hajduk Spalato, valevole per i trentaduesimi di finale della Coppa UEFA 1998-1999 e vinta dai viola 2-1. Nella notte di sabato 18 dicembre 1999 un giovane Antonio Cassano segna dinnanzi al suo pubblico il suo primo goal in Serie A nella celebre partita tra Bari e Inter, vinta dai galletti 2-1.

Anni 2000: i trofei estivi e il ritorno della Nazionale

Dal 2000 al 2004 l’astronave di Renzo Piano ha ospitato per cinque anni di fila il Trofeo Birra Moretti. Nelle edizioni giocate al San Nicola vi hanno preso parte Bari, Chelsea, Inter, Juventus, Lazio, Palermo e Sampdoria. In questo periodo avrebbe dovuto aver luogo una prima ristrutturazione dello stadio con la completa sostituzione della copertura in teflon (a tutt’oggi mai avvenuta). Una serie di campionati di Serie B non esaltanti della squadra di casa portano il “San Nicola” in un progressivo stato di degrado e abbandono. Il 14 maggio 2006, per la squalifica dello Stadio Oreste Granillo di Reggio Calabria, l’impianto è stato scelto come campo neutro per ospitare l’incontro RegginaJuventus, vinto dai bianconeri 2-0. Grazie a quella vittoria la Juventus vinse lo scudetto (titolo poi revocato per lo scandalo Calciopoli).

Il 28 marzo 2007, dopo 12 anni di attesa, la Nazionale fece il suo ritorno a Bari per disputare un incontro valido per le qualificazioni agli Europei 2008.

Una straordinaria e coloratissima cornice di pubblico, lodata dai cronisti, dal CT Donadoni e dai calciatori, vide gli azzurri battere la Scozia per 2-0 con una doppietta di Toni.

Il 1º aprile 2009 gli azzurri tornarono nuovamente al San Nicola. Stavolta la Nazionale di Marcello Lippi, impegnata in una partita valida per le qualificazioni ai Mondiali di Sudafrica 2010, non andò oltre l’1-1 contro l’Irlanda di Giovanni Trapattoni. Gli azzurri, rimasti in 10 dopo soli 3 minuti per espulsione di Pazzini, andarono in vantaggio con Iaquinta ma furono raggiunti allo scadere da Keane. Si tratta del 1° pareggio della Nazionale a Bari, dove finora in 9 partite (4 al della Vittoria e 5 al San Nicola) non ha mai perso. Dal 2010 al 2012 lo stadio è stato sede del Trofeo TIM, triangolare estivo disputato annualmente da Inter, Juventus e Milan. Il 10 agosto 2011 ha ospitato l’amichevole di lusso tra l’Italia e i campioni d’Europa e del mondo della Spagna. Ancora una volta Bari si conferma città portafortuna degli azzurri: l’incontro viene vinto 2-1 con reti di Montolivo, Xabi Alonso su rigore e Aquilani.

Condizioni attuali

In occasione dell’incontro di calcio ItaliaScozia del marzo 2007 lo stadio ha ricevuto i primi interventi di manutenzione straordinaria dalla sua costruzione: il comune di Bari ha provveduto alla sostituzione dei sediolini rotti e mancanti e al ripristino dei tabelloni luminosi Megavision installati nel 1990: quello monocromatico sovrastante la Curva Nord è stato completamente riparato, mentre quello a colori sovrastante la Curva Sud è stato sostituito con uno nuovo dell’italiana Tecnovision, più piccolo (880×528 cm) e con una risoluzione maggiore (640×384 pixel) del precedente. A seguito di numerose polemiche maturate dopo il Trofeo TIM 2012 per via delle pessime condizioni del manto erboso sono stati avviati lavori per il rifacimento dello stesso, con la stesura di un nuovo manto in bermudagrass. Purtroppo il passare degli anni e la mancanza di fondi per coprire le grandi spese di manutenzione che l’impianto comporta stanno portando l’astronave ad un lento processo di decadimento. Segno evidente è la condizione della copertura in teflon: nell’ottobre 2009 il telone del settore ospiti è stato spazzato via dal forte vento di Maestrale. La sua riparazione è avvenuta il 7 gennaio 2012, ma proprio nella notte precedente una bufera ha distrutto ben 4 dei 7 teloni della curva sud, la quale ad oggi resta praticamente priva di copertura. Stesso destino è toccato a un pezzo di copertura della tribuna est nell’aprile 2012, a uno in curva nord nel 2013 e a un altro in tribuna est nel gennaio 2014. Altri segni della mancanza di manutenzione si possono scorgere sulla pista di atletica, completamente da rifare, e dalle superfetazioni, macchie di muffa causate dagli agenti atmosferici, mai ripulite. Anche il tabellone monocromatico in Curva Nord è nuovamente guasto dal 2010.

Che ne facciamo di uno Stadio, il San Nicola, bello ma inutile? Troppo grande e costoso per poterlo sfruttare appieno, e lontanissimo dall’idea di uno stadio che possa diventare un centro polifunzionale ed attrattivo per le famiglie, e non soltanto durante le manifestazioni sportive (se tutto va bene e se il Bari resta lì una partita ogni due settimane…)?

Il San Nicola non ha che 25 anni, ma è ormai vecchio, obsoleto e pure messo male dal punto di vista dell’integrità. Ristrutturarlo costa troppo, e senza una squadra al vertice in grado di riempirlo sistematicamente è inutile farlo. Trasformarlo in centro commerciale? Beh… visto che la tangenziale di Bari ormai è un continuo raccorto tra centri commerciali mezzi vuoti e capannoni dismessi l’idea sembra alquanto pericolosa.

Un centro sportivo polivalente e funzionale? Buona idea, ma chi lo gestisce? Chi ne paga il canone? Quale società sportiva potrebbe mai essere in grado di sostenerne i costi?

Alla fine, gira e rigira, potrebbero essere soltanto i Matarrese ad avere la forza economica e la potenzialità del bacino di utenza calcistico per poter gestire lo stadio. Il secondo stadio di Bari.

E qui entra in gioco il rapporto tra la società sportiva A.S. Bari ed il Comune. Un rapporto fatto di canoni e prezzi contestati, di tira e molla che vanno avanti da anni e di un gioco delle parti che, ormai, si è logorato nel corso del tempo.

CHE FINE FARA’??!

Fuksas’s hotel

ROMA FALLITA – CERCASI LOCATARIO PER L’HOTEL DI FUKSAS CHE NESSUNO VUOL COMPRARE

L’hotel che svetta di fianco alla “Nuvola” dell’Eur non trova compratori anche se la quotazione è scesa da 100 a 70 milioni – Eur Spa (90% Tesoro e 10% Comune di Roma) ha bisogno di liquidi e tenta la strada della locazione – La “Nuvola” è costata 250 milioni rispetto ai 130 previsti…

Niente da fare. Nonostante i ripetuti tentativi che vanno in scena da almeno quattro anni, nessuno vuole comprare la “Lama” di Massimiliano Fuksas. Parliamo del super-albergo che svetta vicino alla “Nuvola”, ovvero il nuovo centro congressuale di Roma progettato proprio dall’archistar. Per questo Eur spa, la società pubblica proprietaria dei terreni su cui le opere sono in costruzione, ha deciso di provare a fare cassa in un altro modo.

il progetto di fuksas per l agenzia spaziale italiana

IL PROGETTO DI FUKSAS PER L AGENZIA SPAZIALE ITALIANA

E cioè attraverso la locazione. Nei giorni scorsi la società, controllata al 90% dal ministero del Tesoro e al 10% dal comune di Roma, ha predisposto un “invito a manifestare interesse per la locazione della struttura alberghiera inserita nel complesso del nuovo centro congressi dell’Eur”. Invito che, tra l’altro, è stato pubblicato anche sul Financial Times, nel tentativo di stimolare interessi esteri.

Insomma, in attesa che un acquirente si faccia vivo, cosa sempre più complicata in un mercato immobiliare a dir poco in difficoltà, si cerca di correre ai ripari. Il tutto mentre il ministero del tesoro di Fabrizio Saccomanni e lo stesso comune di Roma guidato da Ignazio Marino, per esigenze proprie di cassa, annunciano ulteriori piani di dismissione immobiliare che, viste le contingenze, rischiano di trasformarsi in una svendita, con incassi risibili.

La vicenda
E pensare che la cessione della “Lama” (56 metri di altezza, 439 camere, centro benessere, spa, area fitness, ristorante, bar, 4 sale meeting per 400 posti, parcheggio interrato e superficie complessiva di circa 29 mila metri quadri) nel 2010 sembrava “a portata di mano”. L’allora amministratore delegato dell’Eur spa, Riccardo Mancini, uomo di fiducia dell’ex sindaco Gianni Alemanno poi toccato da alcune vicende giudiziarie, riteneva l’incasso minimo collocabile non al di sotto di 100 milioni di euro.

Dopo solo due anni, in condizione già profondamente mutate, i vertici della società avevano rivisto al ribasso le attese portandole a 70 milioni di euro. Qualche contatto c’è stato, ma nulla di concreto. Un “disinteresse” finora esiziale per la tenuta economica di tutto il nuovo centro congressi. Eh sì, perché dalla cessione della “Lama” erano attese risorse indispensabili per coprire i buchi della “Nuvola”. L’opera, la cui costruzione è stata affidata alla società Condotte, ha visto infatti nel corso degli anni salire i suoi costi da 130 e 250 milioni. Ma tant’è.

MASSIMILIANO FUKSAS

L’avviso
Adesso, quindi, Eur spa tenta la strada della locazione. L’invito a manifestare interesse, firmato dal presidente Pierluigi Borghini, non intende chiudere la porta a una futura cessione. Nel documento si precisa che la società “intende acquisire manifestazioni di interesse da parte di soggetti interessati alla locazione della struttura alberghiera, da sottoporre eventualmente ai potenziali acquirenti della medesima struttura”.

nuvola di fuksas e hotel lama

NUVOLA DI FUKSAS E HOTEL LAMA

Per questo “i soggetti che avranno manifestato interesse saranno chiamati a presentare offerte vincolanti per la locazione dell’albergo rendendosi disponibili a sottoscrivere il relativo contratto con il soggetto che risulterà avere presentato la migliore offerta per l’acquisizione della proprietà dell’immobile in questione, o direttamente con Eur spa”. In altri termini, la società ha bisogno di fare cassa e, sfumata la vendita, punta a ricavare soldi dai canoni di locazione versati da una catena alberghiera disposta a gestire la “Lama”.

albergo lama di fuksas accanto alla nuvola

ALBERGO LAMA DI FUKSAS ACCANTO ALLA NUVOLAFuksas nuvola Large

FUKSAS NUVOLA LARGE

Se l’operazione dovesse perfezionarsi, in pratica, Eur spa comincerebbe a incassare i canoni di locazione, sperando nel successivo subentro di “un potenziale” acquirente. Che a quel punto dovrebbe essere invogliato dal fatto che la “Lama” potrebbe già avere chi la gestisce. Le manifestazioni di interesse dovranno pervenire entro il 4 novembre. Si vedrà.

albergo lama di fuksas accanto alla nuvola

ALBERGO LAMA DI FUKSAS ACCANTO ALLA NUVOLA

hotel lama fuksas eur

HOTEL LAMA FUKSAS EUR

Fonte

Tiger…. finalmente a Roma <3

Ieri pomeriggio ho usufruito delle mie poche ore d’aria per fare un giro a Viale Marconi,uno dei miei posti preferiti per fare shopping.Niente casino come via del corso e via cola di rienzo ma altrettanti negozi carini (sopratutto è pieno di negozi di scarpeee :D).

Ne ho approfittato per entrare,per la prima volta in Italia,nel negozio TIGER.

Fino ad un mese fa credevo fermamente che questo brand fosse inglese avendolo visto solo a Londra….andando poi a Copenaghen ho scoperto che nasce proprio lì!Presa dalla curiosità ho guardato il sito ed ho scoperto che ce ne sono ben 3 nella mia città!

Vi lascio il link cosi che possiate capire di che cosa si tratta 🙂

JEWELLERY TREE

 

 

Stazione Tiburtina-Roma

Buon anno nuovo a tutti!Happy new year to everybodyyy!!!

Ho letto questo articolo sulla stazione Tiburtina che mi è piaciuto molto (e sopratutto mi trova molto d’accordo)

stazione tiburtina roma

E’ faccenda romana ma, se la si guarda bene, da vicino, assurge a contenuti universali.  E’, questa nuova stazione ferroviaria, come un gigantesco (davvero gigantesco) sfregio nel centro della città capitale,  non lontano dal cimitero del Verano. Dal termine sfregio si capisce che non mi è piaciuta fin da subito, dal suo apparire.

Ma quello che mi appresto a dire va anche oltre la parola “sfregio”. E’ una diagonale insensata. Unagomitata a un disegnatore distratto. Come se un pazzo avesse deciso di far precipitare  un ferro da stiro – come la Costa Concordia, affondata preso l’Isola del Giglio  – su un mucchio di case e binari di una città giù sfigurata.

Sono andato a guardare meglio e ho capito molte cose. Che non mi hanno fatto cambiare idea. Anzi.  Dall’interno della piramide non si coglie la mostruosità, questo è vero. Ma neanche dal di dentro di Cheope si coglie la magnificenza. Invece stando dentro questo aggeggio se ne coglie perfettamente la stupidità. Se arrivi in treno, per esempio con il Freccia Rossa, te la trovi sopra la testa. Esci dal vagone e sei invitato (non avendo scelta) a salire su una lunga scala mobile, che è la via obbligata per uscire dalla stazione. Energia elettrica sprecata a go go. Scala mobile che ti conduce, qualche piano sopra, in un larghissimo corridoio deserto.

Ma che dico? Corridoio? No. E’ una avenue, un corso, un’autostrada, larga decine di metri (non ho misurato), nella quale i miei co-passeggeri del lungo treno passano come formichine nere, come unosciame di pulci, in mezzo a una sequela lunghissima di spazi per negozi. Tutti vuoti.

L’illuminazione è scadente, per fortuna. Così si consuma meno. Chi ha progettato questo mostro calcolava, evidentemente, che avrebbero supplito le vetrine rutilanti di luci dei negozi. Ma siccome sono tutti rigorosamente non occupati, occhiaie nere e lugubri, si resta nella penombra priva di consumo, a sbirciare a fatica una  segnaletica scarsamente visibile. E questo è solo uno dei piani. Ce ne sono altri, del tutto spenti. Ci sono deviazioni e svolte, altre scale mobili, che sono immobili.

Tutto questo falansterio – avrete capito – è stato progettato esclusivamente per il consumo:  con una stazione ferroviaria, fatta per prendere treni e scendere dai treni, non ha nulla a che fare. L’obiettivo è stato identico a quello di un comune autogrill, dove il percorso è  disegnato in modo che il gregge debba zigzagare tra salami e dvd e giocattoli e bottiglie di vinacci. Semplicemente hanno innestato un  enorme grande magazzino sulla vecchia stazione ferroviaria, schiacciandola con unaspada di cemento armato grande quasi come la pista di un aeroporto.

Voi direte: non avere fretta. Vedrai che, con il passar del tempo, tutti quei negozi, quei bar inesistenti, verranno riempiti da proprietari vogliosi di vendere qualcosa, e, quindi da compratori spasmodicamente vogliosi di comprare quelle cose che saranno state impilate sugli scaffali.  Non so, vedremo. Ma ho l’impressione che chi ha pensato a questo obbrobrio abbia molto banalmente il cervello già intasato da una quantità sterminata di oggetti inservibili. I quali hanno occupato tutto lo spazio dove  avrebbero potuto circolare le idee. 

Non so chi sia  quello che ha commissionato l’orrore. So che lo abbiamo pagato noi. Non so neanche chi sia il progettista. Penso che un architetto che disegna un tale insulto all’intelligenza, alla logica, al rispetto dei passeggeri, sia niente più e niente meno che la pecora che deve passare nei meandri dell’autogrill. Stessa visione del mondo incartata nel panettone. Sicuramente è laureato, ma cosa vuoi che venga fuori da facoltà universitarie dove le materie di studio dicono  che lo sviluppo dei consumi dev’essere infinito e, dunque, ti insegnano a progettare degli outlet infiniti? 

Ecco in che senso la Stazione Tiburtina assurge all’universale, all’ineffabile. Andiamo in recessione, i redditi diminuiscono, i consumi  diminuiscono, le entrate dello stato diminuiscono. Ma ilFaraone dice che torneremo a crescere. E, tutti in fila, i tecnici, i professori universitari, i sottosegretari, i capi partito, a commissionare e progettare  falansteri del consumo infinito.

Io manderei tutti in gita premio a Detroit, dove chi c’è stato racconta di una città vuota, spenta, sbarrata. Le fabbriche sono già state chiuse da tempo, intere vie sono off limits, salvo che ai cani.  Oppure tutti in gita premio  – di secondo livello  – ad Atene, dove è già peggio che a Detroit.

Per la Stazione Tiburtina sarà la fine quando il futuro Faraone d’Italia deciderà che, per risparmiare la luce, si devono fermare le scale mobili. Così, quelli che scendono dai treni bivaccheranno, con il coltello a portata di mano, sui marciapiedi. Suggerisco la visione di un vecchio film: “Piccoli omicidi”

di  

Yatego

Mi permetto di condividere con voi uno dei siti dove spesso faccio shopping.

Yatego

Cos’è Yatego? Se ancora non conosci Yatego, tieniti forte, perché da oggi le tue giornate potrebbero cambiare in meglio: difatti, Yatego.it è un portale nato come e-commerce per soddisfare le esigenze di coloro che amano effettuare acquisti direttamente su internet,è praticamente un grande centro commerciale dove potrai trovare veramente qualunque cosa, grazie alla suddivisione in categorie realizzata da Yatego. Tra le sezioni proposte per l’appunto per lo shopping online, ci sono quelle dell’abbigliamento e accessori per adulti, abbigliamento ed oggettistica, per i bebè ed i bambini, oggetti di elettronica, giocattoli e giochi, libri, bricolage, orologi, gioielli,alimenti ed altro ancora.

Yatego ha origini tedesche e, proprio in Germania, ha trovato un altissimo riscontro, arrivando a mettere in difficoltà siti come ebay ed amazon. In questo modo, il vasto assortimento permette non solo di acquistare oggetti non reperibili nella propria città, bensì, di usufruire di prezzi vantaggiosi e offerte irrepetibili. Anche in Italia, il portale di Yatego sta suscitando interesse.Su Yatego non potrai mai trovare OGGETTI USATI e sopratutto potrai comprare esclusivamente da AZIENDE e non anche da privati come su ebay. Yatego è un mondo ricco di tentazioni cui non potrai certamente resistere,milioni di opportunità sia per te che compri,sia per te AZIENDA che vuoi mettere online i tuoi prodotti.

Ho selezionato per voi un papabile regalo natalizio per i vostri bambini,che personalmente ADORO

Trasformer 2 ruote Baby Moto, bici senza pedali

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Fateci un salto,sono tante le promozioni 😉

Enjoy!

Ebay-No agli italiani

Ahimè la nostra fama di gente poco affidabile (meglio non precisare a chi mi riferisco sopratutto)è arrivata un po’ dappertutto…tanti venditori ebay infatti,nelle loro descrizioni,precisano di non voler vendere nel nostro paese,venditori stranieri e non precisiamo.

http://forums.ebay.com.sg/thread.jspa?threadID=500000654
(Link dove venditori internazionali discutono su come affrontare il problema degli acquirenti italiani)

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ebay

Molto molto triste…….

Credits

http://www.giacominz.it/