Palazzetto dello Sport o Palatiziano

Ci passo davanti almeno due volte al giorno…lo adoro,sembra quasi un mostro dei film di Tom Cruise 😀

Palazzetto dello Sport Roma.jpg

Il Palazzetto dello Sport è un edificio multifunzione, adibito principalmente a uso sportivo, che sorge a Roma nel quartiere Parioli.

Ideato e progettato nel 1956 dall’architetto Annibale Vitellozzi e dall’ingegnere Pier Luigi Nervi, e realizzato tra il 1958 e il 1960 quale impianto destinato ad accogliere alcuni eventi dei XVII giochi olimpici di Roma, è tuttora in funzione e ospita manifestazioni sportive e concerti.

L’impianto è sede degli incontri interni della Pallacanestro Virtus Roma; in passato lo fu fino al 1983 e, ancora, tra il 2000 e il 2003; è altresì la sede degli incontri delle compagini pallavolistiche maschili M. Roma, squadra di B2, e Club Italia, di A2; in passato ospitò anche la Roma Pallavolo, società non più esistente dal 2002.

Più recentemente, vista la sua collocazione nei pressi di viale Tiziano, strada parallela di via Flaminia nel tratto tra viale delle Belle Arti e Ponte Milvio, l’impianto è talora chiamato PalaTiziano.

Nel 1955 il CIO assegnò a Roma i giochi olimpici del 1960; la città era sostanzialmente sprovvista di impianti sportivi destinati ad accogliere una competizione sportiva di tale genere. Di fatto essa vantava solo lo Stadio dei Centomila, oggi Olimpico, appena costruito, e il vecchio Stadio Nazionale, ormai obsoleto, che sorgeva nelle immediate vicinanze del luogo designato per costruirvi il villaggio olimpico, e che fu demolito per costruire al suo posto lo stadio Flaminio.

Fu deciso che la zona compresa tra via Flaminia e i monti Parioli, che fronteggiava dall’altra parte del Tevere il Foro Italico, fosse destinata a ospitare parte degli impianti e le infrastrutture come per esempio gli alloggi per gli atleti. Tra i progettisti strutturali più attivi nell’urbanizzazione di tale zona un grosso ruolo ebbe Pier Luigi Nervi che realizzò il viadotto di Corso Francia nel tratto tra ponte Flaminio e la collina dei Parioli, il rinnovato stadio Flaminio e, giustappunto, il Palazzetto dello Sport.

Il progetto presentato dall’architetto Annibale Vitellozzi, già progettista dello Stadio dei Centomila, con la decisiva consulenza dell’ingegnere Pier Luigi Nervi, che si occupò di tutte le realizzazioni statiche in cemento armato, consisteva in un impianto circolare di poco meno di 60 metri di diametro, non dissimile dal coevo Palazzo dello Sport di Marcello Piacentini e dello stesso Nervi ma, a differenza di quest’ultimo, sovrastato da una cupola di copertura che deborda dal perimetro della sala di circa 10 metri; il diametro della copertura esterna è di circa 78 metri e l’area complessiva dell’impianto è di circa 4 800 metri quadri.

Tale copertura è realizzata completamente in cemento armato ed è prefabbricata secondo moduli dalla forma a spicchio, più larghi verso l’esterno per poi stringersi verso il centro della calotta; a sostenere la copertura sono 36 cavalletti a forma di Y, disposti lungo il perimetro dell’impianto a una distanza angolare di 10 gradi e lineare di 6,30 metri l’uno dall’altro; i cavalletti sono inclinati secondo la tangente al punto di intersezione con la calotta in cemento.

La sala è in gradinata unica e il terreno di gioco, in parquet, si trova ribassato rispetto al piano stradale; concepito per ospitare un numero di spettatori variabili tra i 4 000 e i 5 000, il Palazzetto dello Sport ospitò le gare di pallacanestro e sollevamento pesi dei giochi olimpici del 1960 di Roma.

I lavori di costruzione, iniziati nel luglio 1956, terminarono il 15 settembre 1957 e permisero all’impianto di essere il primo, tra quelli concepiti per l’Olimpiade, a essere completato. Le opere strutturali in cemento furono realizzate dalla Nervi & Bartoli, mentre la Siemens si occupò dell’impianto di diffusione audio interno; la Barbieri installò gli impianti di condizionamento, riscaldamento e ricircolo aria e la Electra si occupò di tutti i lavori di illuminotecnica ed elettricità[11]. Il costo totale dell’impianto ammontò a 263 milioni di lire dell’epoca[10].

L’architetto Bruno Zevi paragonò il Palazzetto al Pantheon, suggerendo analogie e paralleli con l’edificio di Adriano: partendo dalle stesse premesse (sala cilindrica sovrastata da una cupola) Zevi rilevò che, laddove il Pantheon racchiude e sottende una forma sferica, la struttura di Nervi e Vitellozzi comprende un emisfero in cui la luce entra lateralmente (e non verticalmente come accade nel Pantheon) e ne allarga idealmente lo spazio, attenuandone l’effetto monumentale. Giuseppe Vaccaro trattò invece delle caratteristiche spaziali dell’edificio, che non permettono un preciso riferimento all’osservatore, il quale ha l’impressione che le dimensioni dell’impianto si riducano al suo avvicinarsi ad esso[13].

Fin dalla sua inaugurazione lo sport d’elezione del Palazzetto è sempre stato il pugilato, per via delle caratteristiche dell’impianto, sufficientemente ampio ma non troppo dispersivo (anche se per le riunioni di più grosso richiamo è stato talora utilizzato il Palazzo dello Sport all’EUR, capace di più di 10 000 posti); fino al 2002, inoltre, fu sede della Roma Volley; in passato, negli anni settanta, aveva ospitato anche la Federlazio, che nel 1976-77 in tale impianto si laureò campione d’Italia (la Roma Volley disputò, invece, le gare finali al Palazzo dello Sport).

Fino al 1983 il Palazzetto fu anche sede degli incontri interni della Pallacanestro Virtus Roma, all’epoca sponsorizzata Bancoroma: la squadra tornò a giocare in tale impianto nel 1984 per un breve periodo a causa di un contenzioso con l’Ente EUR per l’utilizzo del Palazzo dello Sport, per poi tornare presso quest’ultimo fino al 2000 quando l’edificio dell’EUR andò incontro a un intervento di ristrutturazione; dal 2000 al 2003, quindi, il Palazzetto tornò a ospitare la Virtus, sponsorizzata dapprima Aeroporti di Roma, poi Lottomatica.

Dal 2006 l’impianto, la cui capienza nel frattempo fu ridotta a 3 100 posti per ragioni di sicurezza, è utilizzato dalla M. Roma Volley, formazione di pallavolo che dal 2010 milita in massima divisione. Nel 2011 si sono resi necessari lavori urgenti per adeguare l’impianto alle richieste della Lega Pallacanestro al fine di ospitare la Virtus Roma, migrante dal PalaLottomatica per gli alti costi di gestione; i lavori hanno riguardato l’aumento dei posti (a 3 500 effettivi), il rinnovamento dell’impianto di illuminazione (la OSRAM ha terminato le forniture di lampade esistenti) e di quello di riscaldamento (che serve anche il limitrofo Palazzo delle Federazioni).

Al termine di tali lavori l’impianto è divenuto idoneo a ospitare la compagine cestistica romana.